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Meglio la casa, brutte sorprese a parte

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Il nostro tour è cominciato dalla capitale. Dove per cinque giorni abbiamo affittato una comodissima e bellissima casa, a Jordaan, zona vicina al centro, un po’ la Soho di Amsterdam. Se avete un bambino sapete quanto sia meglio un alloggio con cucina rispetto all’albergo, che significa stare tutti accozzati in pochi metri quadri e mangiare sempre fuori, che se poi vostro figlio è difficile come Lolli rischiate di tornare a casa con un biafra. Tant’è. L’appartamento, a parte una scalinata ripidissima per arrivarci, è delizioso. Listoni di legno sul pavimento, arredamento nordico essenziale, colori soft e tutti i comfort. C’è una funzionale e bianchissima cucina Ikea con piatti pentole e stoviglie funzionali e in ottimo stato, c’è il seggiolone per il pupo, il lettino, la lavatrice e persino l’asciugatrice. Perfetta. Passiamo i migliori giorni della vacanza. Pranzetti e cenette preparati da noi grazie ai fantastici supermercati della città che vendono di tutto e di più, dalla pasta Barilla al crudo di Parma. Vestiti puliti e asciugati in due ore, dormite pazzesche grazie a letti comodissimi, temperature miti e piumoni da sogno.

Poi una notte, l’ultima per fortuna, la sorpresa. Mi alzo intorno alle 4 per andare in bagno e per vedere se Lolli sta bene (mi ansio sempre quando non si sveglia, non sono abituata…). Il nanetto ronfa tranquillo nel suo lettino. Mi dirigo verso la toilette. Ma passando per la cucina sento degli strani rumori. Come se ci fosse qualcuno che sgranocchia qualcosa o scarta un pacchetto di crackers. Con mezza palpebra chiusa e vista appannata (non ho le lenti né gli occhiali) cerco di mettere a fuoco ma non vedo nulla. Torno a letto: “Paolo, ho sentito dei rumori strani provenire dalla cucina. Come se ci fossero dei topi”. Lo dico senza crederci. Paolo boffonchia qualche cosa e si gira dall’altra parte. Dopo tre ore tocca a lui alzarsi. In un nano secondo è di nuovo in camera: “Eli, l’ho visto. Un topo. In cucina. E’ scappato”.
Saltano tutti i piani. Niente colazione, valige in fretta e furia e tutti fuori. Raccontiamo la disavventura all’agenzia che ci ha affittato la casa in modo che avvisino chi deve entrare dopo di noi o prendano provvedimenti. Ma non sembrano stupiti. E non si scusano. Forse il topo non era un intruso dell’ultima ora. Forse era compreso nel prezzo.
E questi sono gli Stooges con “Fun house”. Anche se di “fun” c’era ben poco…

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